Operation Seelöwe

Ruolata di prova

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  1. EdLan
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    7 luglio 2282, Il Mall (vicino all' edificio del Campidoglio)
    Capitano Jason Collins, membro della squadra Sigma dell' Enclave

    ho messo il campidoglio perché in fo3 la casa bianca è distrutta


    <boom, headshot! > commentò con aria trionfante il sergente Evans, alla vista della palla verdognola di plasma incandescente uscita dal fucile del capitano Collins, che aveva mirato con estrema precisione al volto del grosso essere giallo impegnato alla mitragliatrice che teneva in scacco le truppe dell' Enclave.
    < Mitragliatrice zittita > si limitò a commentare il capitano Collins, osservando alla sua sinistra un movimento: il generale Parker, comandante delle operazioni lì al Campidoglio, si era alzato in piedi e incitava i soldati all' avanzata. Dopo qualche secondo iniziarono ad uscire dal terreno delle figure grigie e marroni, ricoperte da una potente armatura atomica sporca di polvere. I soldati iniziarono subito ad avanzare sparando contro i mutanti con le loro armi al plasma, ma Collins notava come i loro movimenti fossero piuttosto fiacchi, ma d' altronde non c' era da aspettarsi nient' altro da loro: aveva perso il conto dei giorni passati da quando il comando dell' Enclave aveva autorizzato un' operazione di riconquista degli edifici più importanti all' interno della città di D.C.
    Un reparto del nuovo esercito dell' Enclave era partito quindi verso il Mall, dove era stato contrastato dalle apparentemente infinite armate dei mutanti. Le truppe avevano marciato verso la Casa Bianca, scontrandosi contro i supermutanti ed i ghoul della zona per due giorni e due notti, solo per trovare non un edificio, ma un grosso buco nel terreno pieno di cemento. A quel punto il generale Parker aveva deciso di cambiare obbiettivo e puntare al Campidoglio, che pareva essere ancora in piedi e quindi un buon punto per fondare un QG dell' Enclave all' interno della zona del Mall. Le truppe, già decimate dagli scontri alla Casa Bianca, avevano passato diversi giorni combattendo per ogni metro di terreno contro i supermutanti, superiori di numero ma che non disponevano di armi al plasma e armature tecnologicamente avanzate. Erano ormai arrivati davanti alla struttura del Campidoglio, dopo aver conquistato tutta la rete di tunnel davanti ad esso si apprestavano ad entrare nell' edificio. Collins ed Evans erano appostati proprio in prossimità di un passaggio sottoelevato ed offrivano copertura alle prime linee, armati rispettivamente di un fucile al plasma modificato appositamente per lui, e di una mitragliatrice leggera. I soldati erano appena arrivati all' inizio della scalinata destra, quando nel campo visivo dei due apparvero tre supermutanti, probabilmente provenienti dall' interno dell' edificio. I tre, vestiti con la loro tipica armatura di stracci, troneggiavano sulla scalinata. Uno dei tre si mise a sparare verso le truppe con un fucile d' assalto, mentre gli altri due, equipaggiati con lanciarazzi, si apprestavano a portare la distruzione, infliggendo un duro colpo in termini di morti e di morale all' Enclave.
    Ma Collins non poteva permetterlo. Immediatamente puntò il fucile verso uno dei mutanti e premette due volte il grilletto, mirando alla testa del mostro. Ma dalla canna uscì solamente una palla di plasma, che percosse velocemente la sua traiettoria andandosi a schiantare sull' elmetto del mostro, che si staccò dalla testa per perdersi chissà dove in mezzo alle macerie. Ma il supermutante non era morto: anzi si accorse dei due, e, mentre Collins era impegnato a cercare un' altra cella a microfusione per ricaricare la sua arma, puntò il lanciarazzi contro di loro. Evans era impegnato a ricaricare la sua mitragliatrice, un lavoro lungo che gli permise di notare solo dopo la possibilità di morte prematura davanti a loro. Il sergente tentò di alzarsi da terra, ma appena staccatosi da terra una pressione lo schiacciò nuovamente al suolo: erano i piedi del capitano Collins, che aveva fatto in tempo ad alzarsi prima del suo subordinato e l' aveva usato come un trampolino, per lanciarsi dentro il passaggio sottoelevato. Il Capitano, si lanciò quindi con un salto per un paio di metri, attutì la caduta con le braccia per poi girarsi di scatto, in tempo per vedere un missile colpire in pieno la postazione dove si trovava prima e travolgere il sergente, colpito nell' atto di rialzarsi. Ci fu solo il tempo di portare un braccio davanti alla testa, prima di essere ricoperto di detriti.
    Il capitano lasciò passare diversi secondi con se stesso quasi completamente ricoperto dai detriti, per recuperare le forze. Non riusciva a vedere nulla attraverso l' elmo atomico oltre la polvere, quindi dovette cercare a tentoni il pesante detrito che lo copriva: trovatolo, lo spinse con entrambe le braccia e dopo alcuni tentativi riuscì a liberarsi. Scansato il detrito, il capitano si rialzò dal cumulo di polvere, provocando uno scroscio di detriti verso il terreno. Il visore, come tutto il resto dell' armatura, era completamente sporco di polvere, pertanto il capitano si tolse uno dei guanti dell' armatura e prese a pulire con il dito il visore completamente oscurato. Tornato alla vista, constatò come il "detrito" che aveva scansato era il corpo lacerato del sergente Evans. Rimase ad osservarlo per un paio di secondi, prima di recuperare il suo fucile al plasma.
    "Non si è danneggiato, per fortuna" pensò, mentre lo ricaricava. Stava per decidere che fare, quando notò un soldato correre verso di lui con aria affannata.
    < Che ti succede, soldato? > domandò con aria autoritaria.
    < Cerco il capitano Collins, signore > rispose lui mettendosi sull' attenti.
    < Sono io. Che succede? > domandò Jason, incuriosito.
    < Il generale Parker la cerca, ha detto di raggiungerlo subito alla postazione D, signore > rispose lui, prima di ripartire di corsa e senza dare la possibilità a Jason di fare qualsiasi domanda.
    "Va beh, quello è andato, tanto vale andare a vedere che succede" pensò il capitano, incamminandosi verso la postazione D.

    nel primo post fate una presentazione del vostro pg e fate contattare anche lui, quando avremo tutti fatto io illustrerò la missione


    Edited by ~Giangio - 22/6/2013, 14:57
     
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  2. Dante.
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    Il tenente Roland era frustrato da quella situazione, il braccio bruciava e la testa gli faceva male, erano passati alcuni giorni da quando, per salvare la sua squadra da una morte orribile, aveva fatto esplodere quella dinamite troppo vicino a sé e ad i suoi commilitoni. Fortunatamente assieme alla morte dei due supermutanti, un scheggia gli aveva procurato una grave ferita al braccio ed un brusio in testa che tardava a scemare. A causa della possibilità di infezione della sua ferita era stato rilegato a riparare gli equipaggiamenti a causa delle sue passate esperienze da tecnico, prima di affinare le sue abilità negli esplosivi e divenire quindi un geniere. Davanti a sé, sul banco di lavoro, aveva un fucile laser totalmente distrutto, a prima vista sembrava che solo il calcio fosse effettivamente "rotto", ma provando a sparare inizialmente si vedeva come effettivamente ci fossero non poche possibilità nel ricaricare l'arma e di come essa sparasse verso destra rispetto alla posizione del mirino. Roland quindi si apprestò a smontarla e da un vecchio armadio posto nella sua tenda estrasse pezzi di ricambio ed attrezzi per la manutenzione. Giunto di nuovo al suo banco di lavoro si stava apprestando a vedere come effettivamente riuscire a riparare il fucile quando venne sorpreso da un rumore di passi.
    :Chi va là?:
    :Tenente MCDonald perdoni il disturbo, signore. Sono il soldato semplice Giangio, il generale Parker vuole sincerarsi delle sue condizioni, signore:
    Il tenente squadrò un po' il soldato, aveva delle spalle esili, un volto scavato e le gambe stranamente rivolte verso l'interno. La sua tuta da ricognizione mostrava i segni dell'usura ma quello che più lo sconvolse fu un ulcera venerea sul suo indice destro...
    :Prima ragazzo, rispondi alla mia domanda: Il tenente prese un respiro... :Come ti sei procurato quella cosa?:
    Il soldato visibilmente imbarazzato decise di mantenere il silenzio... Il tenente allora, visibilmente infastidito gli puntò il martello ai testicoli
    :Chi te l'ha trasmessa, rispondi:
    :Il soldato semplice Ripa signore, mi scusi signore:
    Il tenente rise a crepapelle...
    :Non preoccuparti soldato, non giudicherò le tue scelte sessuali, ma fatti visitare al più presto, non voglio che nell'intero campo si abbiano questi problemi, comunque sono perfettamente in grado di utilizzare il mio braccio per ordinaria amministrazione ma non vorrei sforzarlo troppo, non voglio farmi ricucire di nuovo dal dottor Jefferson:
    Il soldato, visibilmente ripresosi disse
    :Allora il generale vuole vederla alla postazione D, con la massima urgenza, ora la saluto, signore:
    Detto questo se ne andò seguito a distanza dal tenente Roland il cui viso era addobbato da un ghigno soddisfatto.
     
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  3. ~Giangio
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    Il rumore. Diavolo, il rumore. Ovunque rivolgesse il senso dell'udito, sentiva solo palle vaganti di plasma, proiettili o, nei casi più estremi, missili che si schiantavano al suolo. Appoggiava la causa dell'Enclave, ma lui, Rick Barkley, era un tecnico, non certo un soldato. E ora si trovava in trincea, con in mano un fucile laser, con cui a dir la verità riusciva a dilettarsi anche abbastanza bene, e una pistola dello stesso tipo richiusa in una fondina appoggiata al fianco sinistro. Quella volta l'obiettivo era il Campidoglio, un edificio prebellico abbastanza importante, uno dei punti focali dell'"Operazione Seelowe", come la chiamavano i pezzi grossi dell'Enclave. Tempo fa erano andati anche alla Casa Bianca, trovandoci solo un cumulo di macerie desolate, dopo che si erano fatti un culo così per sgombrare l'area dai Supermutanti e dai predatori che stavano lì a gingillarsi sulle rovine della vecchia casa presidenziale. Conosceva bene quei posti, veniva da un Vault e l'avevano istruito sulla vecchia storia americana. Non che importasse molto, in quei momenti: i Supermutanti non si uccidono a suon di conoscenza. Rick era vestito con un abito da scienziato/tecnico dell'Enclave. L'avevano mandato lì con l'esercito per controllare se ci fosse tecnologia e documenti prebellici nel Mall e nel Campidoglio, oltre che per stabilire il principale centro organizzativo e militare del'Enclave nella Zona contaminata della Capitale. Stava accovacciato dietro ad una delle tante rovine offerte dal piazzale situato davanti al Campidoglio. Si alzò di scatto e si avvicinò al capitano Collins, uno degli uomini più fidati di Parker. Si avvicinava cauto, cercando di non farsi ammazzare dai mutanti. Quando fu vicino a lui (senza che nessuno se ne accorgesse), origliò uno dei tanti soldati che chiedeva a Collins di raggiungere Parker alla postazione D. Intanto, Rick stava studiando la situazione. Perché stavano conducendo uno scontro frontale con i mutanti impiegando tutte le loro forze? Potevano benissimo aggirarli, bastava chiamare una squadra di soldati capaci e possibilmente veterani ed incaricarli di eseguire quel compito! Il soldato di prima si avvicinò allo scienziato e disse:
    E il Generale mi ha incaricato di chiamare anche lei, tecnico.
    Io? Che gli serve, un ingegnere bellico? Sicuro di non aver esagerato con la birra ieri?
    Questi sono gli ordini che mi ha riferito il Generale, imbecille: se non volete seguirli, peggio per voi.
    Il soldato quindi svoltò a destra e andò alla sua postazione. Rick gli fece lo sgambetto, facendolo cadere.
    Ops.
    Dopo questo, si apprestò a seguire il capitano Collins.
    Si affiancò a lui e disse:
    Capitano, che vuole il Generale Parker? Una tattica, forse?
     
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  4. Bren
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    7 luglio 2282, Il Mall
    Sergente maggiore Ben Beger, membro della squadra Beta 3 dell' Enclave

    << Sergente, siamo arrivati?>> domandò per l'ennesima volta il caporale Luke Temilson
    Ben si fermò, mantenne il fucile per la canna appoggiando il calcio sul pavimento, guardò in aria e sospirò "Proprio un rompiscatole dovevano affidarmi?". Quel sospiro, attraverso l'elmo, sembrò gruttale << Caporale>>, Ben abbassò la testa << È la quinta volta che mi domandi la stessa cosa: siamo in territorio nemico, abbiamo un compito molto importante e ti hanno affidato a me per facilitarmi il lavoro. Stai in silenzio e fai il lavoro di osservatore quando arriveremo alla postazione.>> poi girò il busto in direzione del soldato << E non mi interessa se sei il figlio del Colonello.>>, il caporale era rigido come una recluta il primo giorno << S-Sissignore>> Ben si girò di nuovo, imbracciò il fucile ed iniziò a camminare << Andiamo>>.
    Camminarono silenziosi per un quarto d'ora prima di entrare in un palazzo abbastanza malmesso << Eccoci arrivati caporale, contento?>>, il sergente si avvicinò alla porta d'ingresso e la buttò giù con un calcio e, prima di entrare, mise sulla schiena il fucile di precisione e prese la mitraglietta, poi fece un segno al compagno con un gesto della mano, ordinando di entrare per primo. Il caporale ubbidì subito, Ben lo seguì subito dopo, controllando la parte opposta a quella del soldato "Tutto pulito" << Controlla se in queste stanze ci sia qualcosa, poi ritorna qua.>>.
    Mentre Luke controllava se il primo piano era pulito, Ben tirò fuori dallo zaino un paio di mine e le posiziò davanti all'ingresso, poi le collegò entrambe con un filo, in modo che se qualcuno lo avesse spezzato, sarebbe saltato in aria, e infine, coprì con della polvere gli esplosivi.
    << Tutto pulito sergente>> esclamò Luke, mentre si avvicinava al sergente
    << Ottimo>> Ben mise un altra manciata di polvere sulle mina, poi si alzò << Andiamo su. Stessa tattica: tu controlli ed io piazzo gli esplosivi>>
    La coppia salì le scale, per poi ripetere la stessa tattica di prima. Però Ben, nel piazzare le mine, vide qualcosa che lo interessò particolarmente " Un pezzo di giornale..." lo prese delicatamente, non sapeva se era roba prebellica o meno. Tuttavia, la delicatezza non è una caratteristica del sergente, abituato ad essere rozzo e forte: il giornale si sbriciolò, tranne una riga "Giangio chi legge? Ma cos..." non riuscì a leggere altro, poichè si sgretolò in seguitò ad una piccola folata di vento " Questo nome non mi è nuovo...", il sergente restò lì, a fissare il vuoto con un ginocchio a terra e una mina da collegare, fino a quando non ritornò il caporale << Sergente? Sta bene?>> domandò, non senza un briciolo di timidezza misto a paura. Ben si risvegliò come da un sogno, si diede un pugno sull'elmo per poi fare un gesto con la mano << Sto bene, aspetta che non ho finito>> e, mentre si accingeva a collegare le mine, gli domandò << Conosci qualcuno con il nome di "Giangio"?>> il caporale fu spiazzato da quella domanda << Beh, si signore, ne conosco uno. Dovrebbe essere un soldato semplice se non sbaglio...>> << Carne da macello praticamente>> il sergente, finito di collegare gli esplosivi, si alzò << Si signore>> affermò il caporale.
    I due, proseguirono con la stessa tattica fino all'ultimo piano del palazzo, nel silenzio più assoluto.
    Accertato che l'ultimo piano fosse sgombro, Ben si avviò verso una finestra, poggiò la mitraglietta al muro, sulla sinistra, e imbracciò il fucile << Ottimo, ora devi fare il tuo lavoro. Prendi il binocolo e mettiti all'altra finestra. Dimmi solo le cose che ti chiedo>> il caporale annuì serio. Ben si tolse l'elmo e lo poggiò a terra, si inginocchiò e monto sotto la canna del fucile un bipode, infine diede un occhiata al mirino.
    Il suo compito era di uccidere l'ufficiale di fanteria nemica, e non fu difficile localizzare l'obiettivo: il supermutante era pesantemente corazzato, e non sarebbe bastato un proiettile normale per ucciderlo. Ben smise di guardare, prese dallo zaino un caricatore di proiettili perforanti e li mise al posto del classico caricatore, poi ritornò a guardare da dentro al mirino.
    << Distanza>>
    << 700 metri>>
    Ben aggiustò il mirino regolandolo a 750 metri
    << Vento>>
    << 2 km/h>>
    Il sergente prese la mira, aspettò qualche minuto poi iniziò a inspirare e espirare pesantemente, infine inspirò e trattenne il fiato. Poi sparò.
    Ben riprese a respirare normalmente mentre osservava il proiettile che andava a conficcarsi nel cranio del mostro. Senza perdere tempo, Ben smontò il bipode e mise il fucile sulla schiena, prese lo zainò e la mitraglietta. Poi l'esplosione di una mina al primo piano fece crollare una parte del pavimento, dove si trovava il caporale: il soldato cadde di testa, spezzandosi il collo. Ben lo guardò freddo, impassibile << Anche tu eri carne da macello>>, poi corse a riprendere l'elmo, lo indossò e poi cercò una via di fuga "Dovrebbe esserci una parete crollata che si affaccia sul palazzo qui vicino..." non fu difficile da trovare "Perfetto".
    Senza perdere tempo, il sergente prese la rincorsa e saltò nell'altro palazzo "Un salto semplice: siano lodate queste armature leggere che, nonostante siano un pò più piccole di quelle normali, sono dannatamente leggere." Il sergente scese sicuro sino al pian terreno: era già stato perlustrato precedentemente. Però, prima di uscire, si affacciò per vedere se c'era qualcuno: infondo qualcuno deve aver provocato l'esplosione, e dopo qualche istante, se ne sentirono altri "Stavano cercando me. Probabilmente mi scambieranno per quell'idiota che è caduto: ho la via libera..." il sergente si incamminò furtivo verso l'accampamento base dell'Enclave, doveva far rapporto.
    La strada fu lunga, e nonostante sapesse che non lo stavano più cercando, prese comunque tutte le precauzioni possibili e immaginabili, e infine ritornò all'accampamento. Nonostante quel giorno era stato lanciato un altro attacco al Campidoglio, l'accampamento era affollato: i soldati correvano avanti e indietro a eseguire gli ordini, trasportare feriti e munizioni. Il sergente cercò il suo capitano: Cole Evans, e lo trovò seduto su un pezzo di roccia, mentre puliva il suo fucile al plasma.
    << Signore>> Ben si mise sull'attenti
    << Hai compiuto la missione?>> disse il capitano, senza alzare lo sguardo e continuando a pulire la sua arma
    << Si signore, l'obiettivo è stato abbattuto>>
    << Ottimo, ora vai dal Generale Parker alla sezione D. Ti sta cercando>>
    << Si signore!>> Ben fece il saluto militare e fece per andarese
    << E il caporale Luke?>> il capitano alzò finalmente la testa
    Ben si fermò, si mise nuovamente sugli attenti e si voltò << È morto signore.>>
    Il capitano non disse niente, ritornò semplicemente a pulire la sua arma, sussurrò solo << Vai>>. Il sergente non se lo fece ripetere due volte, e senza nemmeno fermarsi per riposarsi, si avviò verso la postazione D.
    Questa postazione si trovava dietro all'area calda del campo di battaglia: non erano completamente al sicuro, ma neanche completamente scoperti. Quando il sergente arrivò, l'esercito era in fermento: era stato appena lanciato un altro attacco, vide chiaramente il Generale Parker che pronunciava il suo discorso di incoraggiamento << E questo sarà un nuovo giorno per l'Enclave e l'America...>>, il sergente smise subito di prestare attenzione al discorso " Tutte idiozie" e aspettò che la fine del discorso d'incoraggiamento sedendosi a terra. Al termine, le truppe si mossero ordinatamente verso l'area calda "Ecco cosa mi piace dell'Enclave: la disciplina" Ben si rialzò: vide il Generale dirigersi verso la sua tenda "Andiamo a vedere cosa vuole..."
     
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  5. EdLan
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    7 luglio 2282, Il Mall (vicino all' edificio del Campidoglio)
    Capitano Jason Collins, membro della squadra Sigma dell' Enclave

    Camminava a passo svelto in mezzo ai tunnel, alle postazioni delle mitragliatrici, all' infermeria da campo osservando tutto con aria severa, dall' interno della sua armatura atomica dell' Enclave.
    < Capitano, che vuole il Generale Parker? Una tattica, forse? > disse qualcuno. La voce aveva interrotto il suo ragionare, il capitano si voltò per vedere chi avesse parlato.
    < Barkley? Non mi dirà che anche lei è stato convocato dal generale Parker > disse con voce neutra. Aveva riconosciuto la voce dell' uomo ma non riusciva a vederlo, immerso come era nella sua divisa da tecnico.
    L' uomo rispose di sì, e questo non fece altro che aumentare la curiosità del capitano riguardo al motivo della loro convocazione. Conosceva a malapena Rick Barkley, uno scienziato che aveva deciso di votarsi all' Enclave e che ora veniva messo in prima linea con un fucile che probabilmente nemmeno sapeva usare. Riteneva che gli scienziati avrebbero fatto meglio a stare nelle retrovie tra computer e macchine, ma purtroppo non poteva fare di testa sua, doveva rispettare gli ordini del generale Parker.
    < Non mi è stato rivelato alcun dettaglio, sarà il generale a saziare la nostra curiosità > si limitò a dire il capitano.
    La postazione D era originariamente una grossa tenda, in cui risiedeva il comando delle operazioni, ma dopo l' incendio della stessa ad opera dei supermutanti, il secondo giorno di combattimenti, era stata sostituita da una baracca di rottami, posizionata per metà sotto il livello del terreno in modo da essere più facilmente camuffabile in mezzo al terreno disastrato. I due uomini arrivarono nell' area, trovando il generale Parker che con sprezzo del pericolo, stava in piedi sopra la baracca, incitando i soldati con uno dei suoi caratteristici discorsi, la solita solfa sull' onore e la gloria dell' America, che aveva già sentito centinaia di volte. Si appoggiò quindi ad una parete poco distante dai soldati, aspettando che finisse.

    Dopo pochi minuti, il generale pronunciò la frase conclusiva, alla quale il capitano non aveva degnato ascolto, come a tutto il resto del discorso. I soldati, come ipnotizzati, si organizzarono rapidamente in piccole squadre ordinate dirette verso la zona più calda della battaglia. Il generale Parker scese con un balzo dal tetto della catapecchia, e Collins senza perdere tempo si avvicinò a lui.
    < Generale Parker > disse, facendo il saluto militare.
    < Capitano Collins, è un piacere rivederla - rispose lui - vedo che con lei c'è anche Barkley, ottimo... ora mancano solo due persone > concluse il generale.
    Pochi secondi dopo, si avvicinò un soldato a loro: vestiva un' armatura leggera, e portava sulle spalle un fucile di precisione, ma non riusciva a capire chi fosse, essendo dotato di elmo.
    < Facciamo una - si corresse - entrate, ho bisogno di parlare con voi > disse il generale.
    Questo guidò gli altri tre all' interno della baracca, costruita con lamiere e arredata in modo molto spartano: al centro un tavolo, recante alcune carte del Campidoglio, ai lati solo alcuni scaffali e armadi, colmi di armi, armature e munizioni. La postazione infatti fungeva anche da armeria provvisoria a causa della carenza di spazio.
    Il generale chiese loro di aspettare ancora, prima di rivelare informazione alcuna. Dopo circa un minuto si presentò a loro un altro uomo.
    < Finalmente, McDonald... non mi faccia aspettare più > minacciò il generale al nuovo arrivato, che come gli altri tre si dispose ai lati del tavolo che recava due cartine, rispettivamente l' interno e l' esterno del Campidoglio.
    Ronald McDonald aveva lavorato come geniere nel corso della campagna, ferendosi però al braccio il primo giorno dei combattimenti al Campidoglio e finendo a lavorare come riparatore nelle retrovie. Ora più che mai Collins si chiedeva cosa volesse il capitano da lui, Barkley, McDonald e il cecchino.
    < Signori, sarò breve - annunciò - sapete meglio di me che siamo impantanati in questi combattimenti da molti giorni, i mutanti sono molti più del previsto e noi subiamo molte perdite ogni giorno. Se continuiamo a logorarci così prima o poi finiremo sconfitti. Urge quindi un intervento volto a scongiurare la minaccia mutante definitivamente. Sappiamo che qui - disse indicando un punto della cartina - è presente un computer che controlla i sistemi di sicurezza dell' edificio, sfortunatamente inattivi al momento. Il vostro compito è quello di penetrare nell' edificio e riattivare il computer, che attiverà tutte le torrette presenti fornendoci un determinante aiuto per sterminare la feccia mutante presente nell' edificio! > spiegò Parker.
    "E questo spiega la presenza di Barkley... anche se la squadra non è proprio delle migliori: McDonald non è al top della forma, e un cecchino non ci sarà utile in spazzi ristretti come quelli interni al Campidoglio" pensò il capitano.
    < Collins - disse il generale distogliendo Jason dai suoi ragionamenti - le affido il comando delle operazioni. Inutile dire che dovete proteggere Barkley ad ogni costo. Beger, McDonald, Barkley: da ora risponderete al capitano Collins. Spero di essere stato chiaro >
    < Sissignore! > risposero in coro i quattro.
    "Quindi il quarto membro della squadra è Ben Beger: mi ha fornito copertura qualche volta, come cecchino se la cava, vediamo come reagirà agli ambienti stretti" pensò Collins.
    < Bene. Avete qui con voi le cartine dell' edificio, e per questa missione, prendete ciò che vi serve dagli scaffali e, per qualsiasi domanda, io sono a disposizione. Non deludetemi > concluse il generale Parker.
    Collins si limitò a prendere dagli scaffali delle celle a microfusione per il suo fucile e qualche granata, le armi che possedeva erano sufficienti. Prese quindi una matita e fece qualche schizzo sulla cartina del Campidoglio, tracciando una possibile strada. Attese gli altri prima di esporre il suo piano.
    < Partendo dal presupposto che sia impossibile aggirare l' edificio per la presenza eccessiva di mutanti, occorre introdurci nel posto passando da qua, sotto la scalinata - indicò un punto sulla mappa - per fare ciò è necessario un diversivo: Beger, ti apposterai qui - indicò un altro punto - per fornire copertura, mentre noi entriamo. Generale, crede di potermi mettere a disposizione i soldati semplici Ripa e Giangio? >
    < Certamente, Collins. Quei due piantagrane sono solo carne da macello > rispose il generale.
    < Benissimo. Perché saranno loro il diversivo di Beger - annunciò il capitano - se è tutto chiaro, direi che possiamo iniziare col piano. Uomini, siete pronti? >

    Pure l' immaginetta vi ho fatto :EdLan:
     
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  6. Dante.
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    "Così il generale mi manda a chiamare per mandarmi verso la morte, benissimo"
    Dopo un breve cenno di assenso si diresse all'armadietto; essendosi presentato all'appuntamento con l'armatura atomica tipica dell'enclave, aveva paura che il troppo peso potesse nuocergli al braccio ma così non fu, fortunatamente riuscì infatti ad accaparrarsi, una decina di granate a frammentazione, una mezza dozzina di EMP, delle mine a frammentazione ed una pistola laser.

    :Generale Parker, io ci sono, grazie della fiducia:

    Si diresse poi dal capitano Collins che era intento a disegnare un piano o qualcosa del genere, si sedette e ragionò, usare Giangio e Ripa come esche era un'ottima idea, ma voleva anche lui dare il suo contributo usare gli esplosivi all'interno sarebbe stato pericoloso, le esplosioni avrebbe potuto attrarre infatti nuovi supermutanti, dopo una breve riflessione arrivò quindi ad una conclusione.
    " Capitano Collins, penso di essere un dannatissimo asso con gli esplosivi, basterà minare attentamente il campo dinnanzi all'entrata e, se quei due ignobili faranno il loro dovere, a bren non toccherà altro che finire supermutanti senza arti, signore. Preferirei però tenere l'EMP per possibili torrette ostili all'interno, signore"
    Detto ciò aspettò che il capitano, suo superiore, rispondesse.
     
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  7. ~Giangio
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    E così veniva ancora considerato un peso morto. Ottimo! "Inutile dire che dovete proteggere Barkley ad ogni costo" furono le parole di Parker. Come se fosse un ragazzino di quattordici anni. Sapeva usare le armi ad energia molto meglio di tanti altri soldati semplici dell'Enclave.
    Mentre McDonald il geniere faceva razzia di esplosivi e Collins si dilettava con un disegnetto, Barkley si diresse verso una fila di armadietti, con l'intenzione di far fare un salto di qualità al suo equipaggiamento non proprio irresistibile. Cambiò il suo fucile laser con uno al plasma, inoltre prese un'altra cinquantina di cellule a microfusione. Sotto il classico camice bianco indossava un giubbotto antiproiettile non molto buono (sempre meglio di una semplice giuntura di cuoio, per carità, ma in caso di scontro frontale con i bodybuilder gialli non poteva certo salvarlo, se gli arrivavano cinque o sei proiettili).
    Parker fece chiamare i soldati semplici Giangio e Ripa, ovvero la carne da macello. Non avevano neanche un'armatura atomica, tanto erano inutili.
    I due si misero ridicolmente sull'attenti, appoggiando il fucile di cui disponevano sul terreno toccandolo con il calcio.
    Parker si mise a ridere per un attimo pensando al loro ignobile destino, poi tornò serio e disse:
    « Signori, la Patria ha bisogno di uomini valorosi ed onorevoli, e questa descrizione si confà a voi più di chiunque altro in questo luogo. Sarete al servizio del Capitano Collins, e compagni di altri tre membri dell'Enclave. Voi dovete entrare nel Campidoglio e attivare le sue difese per sterminare l'armata mutante, per la gloria e l'onore dell'America! »
    I due risposero in coro un « Sissignore! » e entrarono nella baracca. Rick ora stava su una panchina, bevendo una bottiglia di birra. Uno dei due, probabilmente Ripa, si avvicinò a lui e diede un calcio alla bottiglia, facendola volare via.
    « I soldati dell'Enclave non devono bere, dà cattiva luce alla sua gloria e offusca l'abilità in battaglia. »
    Rick di tutta risposta gli sferrò un pugno in faccia, dicendo:
    « Allo stesso modo, le facce da culo non devono entrare nel mio raggio visivo. » Poi notò una cosa strana sul suo indice della mano destra, non ci mise molto a riconoscerla: era un'ulcera venerea.
    Si mise a ridere, poi schernendo Ripa disse:
    « Ops! Beccato! Quella cos'è, eh? Il gentil sesso non ti piace? Ho anche conoscenze mediche, sai? Avanti, dimmi chi te l'ha trasmessa. »
    « No. »
    « Avanti, dimmelo. Altrimenti ti friggo i coglioni, una delle poche parti mascoline che ti restano. »
    Spaventato dalla pistola puntata verso di lui, Ripa si mise ad ansimare in preda all'ansia e farfugliò questo:
    « Sono gay, ok? Sì, sono gay! I peni mi attraggono, che ci trovi di male? E che diavolo, tutti questi pregiudizi! Mi è venuta dopo una notte di fuoco con alcuni soldati. Che vuoi ancora da me? »
    La risposta spiazzò Rick, decisamente. Si limitò a ridere, per poi dirigersi verso Collins e dire:
    « Allora, signore, quando si incomincia? Io sono pronto. »
     
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  8. Bren
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    7 luglio 2282, Il Mall
    Sergente maggiore Ben Beger, membro della squadra Beta 3 dell'Enclave.

    Finito il discorso, Ben si alzò e si diresse prontamente verso il generale. Quando raggiunse il comandante in capo, si accorse di altri due uomini.
    << Generale Parker>> disse uno dei due, facendo il saluto militare
    << Capitano Collins, è un piacere rivederla vedo che con lei c'è anche Barkley, ottimo... ora mancano solo due persone >> Parker si limitò a ricambiare il saluto con un cenno della testa, poi notò Ben.
    << Facciamo una, entrate, ho bisogno di parlare con voi>> il generale entrò subito nella sua catapecchia, senza lasciare il tempo di far fare allo scout il classico saluto, Ben volse lo sguardo agli altri due "Collins e Barkley: le cose si fanno interessanti..." i due sguadravano il sergente incuriositi "Non mi hanno riconosciuto..." Ben fece una piccola smorfia, poi varcò la soglia dell'armeria.
    Il generale stava guardando intensamente una mappa posta sul tavolo al centro della stanza, mentre vicino alle pareti si trovavano armi e armature di tutti i tipi. Ben si avvicinò lentamente al tavolo, e iniziò ad osservare anche lui la mappa "Una pianta del Campidoglio..." sotto di essa, scorse poi un altra mappa "E questo è l'esterno..." realizzò infine il sergente, leggendo il nome scritto sul bordo della mappa. Dopo vari minuti, arrivò il quarto uomo.
    << Finalmente, McDonald... non mi faccia aspettare più >> tuonò il generale... "Ma cosa diavolo dovremo fare con un geniere?" la curiosità stava divorando pian piano il cecchino, cosa strana visto che normalmente non gli interessava niente, tranne i fucili e le relative munizioni ovviamente!
    << Signori, sarò breve>> "Quando iniziano così significa che non lo saranno, vediamo di muoverci..." Ben diventava sempre più impaziente, poggiò il fucile che aveva in spalla al tavolo e mise le braccia conserte.
    << Sapete meglio di me che siamo impantanati in questi combattimenti da molti giorni, i mutanti sono molti più del previsto e noi subiamo molte perdite ogni giorno. Se continuiamo a logorarci così prima o poi finiremo sconfitti. Urge quindi un intervento volto a scongiurare la minaccia mutante definitivamente. Sappiamo che qui>> con l'indice indicò un punto della mappa << È presente un computer che controlla i sistemi di sicurezza dell' edificio, sfortunatamente inattivi al momento. Il vostro compito è quello di penetrare nell' edificio e riattivare il computer, che attiverà tutte le torrette presenti fornendoci un determinante aiuto per sterminare la feccia mutante presente nell' edificio!>> concluse infine, con tono trionfante.
    "Una missione abbastanza difficile..." Ben appoggiò le mani sul tavolo e si mise a osservare le mappe insieme al capitano << Partendo dal presupposto che sia impossibile aggirare l' edificio per la presenza eccessiva di mutanti, occorre introdurci nel posto passando da qua, sotto la scalinata>> "Collins ha iniziato ad elaborare un piano..." << Per fare ciò è necessario un diversivo: Beger, ti apposterai qui>> Ben guardò intensamente l'edificio da cui avrebbe poi fornito copertura: era alto sette piani e prossimo al crollo << Capitano...>> interuppe il cecchino << Vi creerò un diversivo, ma non dimenticate che dovrete attraversare il campo di battaglia.>> Ben prese una pausa, si tolse l'elmo e lo appoggiò sul tavolo, poi con la mano sinistra iniziò ad accarezzare la barba incolta << Sarete comunque a rischio.>> il capitano continuò ad illustrare il suo piano << Generale, crede di potermi mettere a disposizione i soldati semplici Ripa e Giangio?>> Ben a quella domanda sorrise "Presuppongo che questi saranno il mio di diversivo, per raggiungere la squadra" << Certamente, Collins. Quei due piantagrane sono solo carne da macello >> A questo punto, il capitano concluse << Benissimo. Perché saranno loro il diversivo di Beger>> "Abbastanza prevedibile..." Ben si avvicinò agli armadietti per prendersi le munizioni per il suo fucile e per la mitraglietta, infine prese alcune mine.
    Intanto, mentre il sergente si riforniva, vennero chiamati i due soldati, che arrivarono rapidamente e, dopo l'accoglienza del generale, questi entrarono nella baracca. Ben guardò i nuovi arrivati e sorrise di nuovo "Eccoli, i patrioti..." e mentre li osservava, uno dei due fece disse che fece saltare i nervi al sergente.
    << Sono gay, ok? Sì, sono gay! I peni mi attraggono, che ci trovi di male? E che diavolo, tutti questi pregiudizi! Mi è venuta dopo una notte di fuoco con alcuni soldati. Che vuoi ancora da me? >>
    Ben si avvicinò velocemente al soldatino, lo prese per il collo e lo alzò da terra << Che tu sia gay ce ne frega! Come usi urlare ad un tuo superiori? Sei soltanto un verme che striscia nella merda dei supermutanti, stai al tuo posto o avrai altro di cui preoccuparti invece dei pregiudizi...>> nonostante avesse sussurrato, si capiva benissimo che lo avrebbe stritolato senza problemi in quell'istante. Poi lasciò la presa, il ragazzo cadde a terra, aveva le lacrime agli occhi "E si definisce soldato..." l'altro compagno era rimasto di stucco: era fermo all'entrata ancora sull'attenti "Almeno quello ha disciplina..." poi Ben si rivolse al capitano << Signore, io vado ad appostarmi, ci sentiremo via radio suppongo...>> il sergente prese una radio, indossò di nuovo l'elmo e uscì dalla baracca senza aspettare una risposta " Incominciamo..."
    Ben si incamminò verso l'edificio, manteneva un profilo basso, camminando accucciato e senza emettere il minimo rumore "Dopotutto, l'edificio è vicino alla zona calda...". Giunse a destinazione dopo una quindicina di minuti, l'edificio era alto, e come aveva pensato prima, prossimo al crollo... "Niente mine: un botto e questo palazzo cade..." Ben imbracciò la mitraglietta.
    L'edificio era spoglio, vuoto. Le porte erano tutte abbattute, il soffito era pieno di crepe e le scale sembravano cadere da un momento all'altro... Il sergente si guardò intorno con attenzione e purtroppo non c'erano altre vie per salire sul tetto... "E va bene, andiamo." fece un respiro profondo e salì le scale.
    Nonostante le scale estremamente fragili, il sergente arrivò in poco tempo al tetto, si posizionò sul latto che si affacciava sul campo di battaglia, montò il treppiede al fucile e guardò attraverso il mirino "Senza osservatore sarà più difficile..." il sergente caricò un colpo in canna "Ma non impossibile.". Dopo essersi assicurato che il fucile fosse pronto, prese la radio e la mise a terra, una volta accesa disse
    << Qui il sergente maggiore Beger al capitano Collins: sono in posizione e pronto a crearvi il diversivo...>>

    Edited by Bren - 11/7/2013, 17:10
     
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  9. EdLan
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    7 luglio 2282, Il Mall (vicino all' edificio del Campidoglio)
    Capitano Jason Collins, membro della squadra Sigma dell' Enclave

    < Grandissima idea, MacDonald. Davvero. Quindi lei pensa di riuscire a minare tutto il campo davanti alle scalinate, da solo, mentre viene preso di mira da svariate decine di supermutanti? Tanto vale mandare lei al posto di Ripa e Giangio, allora > commentò con freddo sarcasmo il capitano alla proposta del tenente.
    No, seriamente, come diamine faresti? DD:

    Il capitano aveva appena finito di parlare quando arrivarono i due soldati, vestiti con un' armatura da ricognizione totalmente consunta e vecchia, e armati con delle pistole che avrebbero fatto ridere addirittura gli scarafaggi radioattivi. Uno dei due aveva calciato la bottiglia tenuta in mano da Barkley provocando l' ira dello scienziato, che aveva minacciato il soldato fino a fargli confessare le sue tendenze omosessuali.
    Il capitano aveva assistito a tutta la scenetta con un sorrisino sadico nascosto dal suo elmo atomico, mentre il cecchino Beger si apprestò ad intervenire per calmare gli animi.
    "Beh, almeno qualcuno di serio c'è" pensò il capitano, ritrovato il suo contegno.
    Il cecchino quindi si congedò dal gruppo portando con sé una radiolina; il capitano prese l' altro congegno di comunicazione e si rivolse al generale Parker.
    < Bene signore, noi siamo tutti pronti - fece il saluto militare al suo superiore prima di rivolgersi al gruppo - siete tutto pronti? > domandò serio.
    Una volta ottenuto il consenso da parte di tutti i presenti, uscì dalla baracca seguito dagli altri quattro, ritrovandosi nuovamente dentro quel complesso sistema di tunnel che ormai era diventata la casa e la tomba dei soldati. Si voltò un attimo per controllare che lo stessero effettivamente seguendo, prima di iniziare il suo cammino verso il monumentale ingresso del Campidoglio. Passavano in fretta e senza parlare, mentre affianco a loro ogni tanto comparivano soldati indaffarati a trasportare un compagno ferito o una scorta di munizioni al plasma da una parte all' altra.
    Arrivarono ad un punto dove il tunnel si innalzava fino a raggiungere il livello del terreno, il capitano fermò tutti con un gesto della mano.
    < Ok, questo è il punto. Appena riceveremo comunicazione radio da Beger, partiremo da qui fino a raggiungere il punto indicatovi in precedenza. Voi due - disse rivolto a Giangio e Ripa - dovrete aspettare qua, attendendo le istruzioni di Beger > disse con tono autoritario.
    Poco dopo, arrivò la conferma radio: il cecchino era in posizione e pronto ad agire. Il capitano informò tutti di questo, e dopo aver strappato di mano un binocolo al soldato Giangio, informò gli uomini di tenersi pronti.
    < Va bene, Beger, procedi pure > disse, telegrafico. Osservò con il binocolo un supermutante perdere letteralmente la testa, mentre i suoi compagni ne osservavano il cadavere, increduli.
    < Soldato Giangio, tenga questi - disse lanciando all' uomo la radio e il binocolo - attenda istruzioni dal cecchino. MacDonald, Barkley, andiamo! > disse, prima di uscire dal suo nascondiglio, fucile in mano, diretto verso il punto di accesso. Si mise a correre, sentì qualche proiettile vibrare vicino a sé, sparava senza preoccuparsi troppo di mirare, e ogni tanto girava indietro la testa alla ricerca dei suo compagni. Aveva appena raggiunto l' inizio della scalinata sinistra quando un proiettile di medio calibro lo colpì, anche se la sua armatura aveva diminuito i danni subiti. Si fermò un attimo, prese la mira e sparò sette colpi in rapida successione diretti a due dei bestioni gialli che lo tenevano sotto tiro, prima di rimettersi a correre sull' ormai distrutto lastricato dell' edificio.
    Con un ultimo scatto, culminato con un grande salto, il capitano riuscì ad entrare nel Campidoglio, attraverso un buco nel muro causato dalle esplosioni. Ora doveva solo aspettare di essere raggiunto dagli altri.
     
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  10. Dante.
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    Non se la prese per il sarcasmo del suo superiore, effettivamente era un'idea stupida ma mentre continuava a camminare per quegli angusti tunnel non era questa la sua unica riflessione. Non aveva paura di morire, aveva fatto così tante operazioni del genere che era quasi felice nel farsele assegnare; aveva visto così tanti amici morire in prima linea che le prime volte la sua armatura atomica aveva cominciato ad "oliarsi da sola" aveva semplicemente paura di fallire, il destino dell'Enclave pendeva sulle sue spalle, e non era una peso piuma.
    Continuava a seguire con occhi opachi la figura del capitano Collins destreggiarsi fra soldati feriti e carichi di munizioni di color verde plasmON quando ad un certo punto, il tunnel si innalzò verso il livello del terreno. Vide il capitano lanciare un segnale e gettarsi a capofitto verso il cielo contaminato della Capitale., allora, prese un bel respiro, sentiva l'adrenalina a crepapalle, era quello il suo habitat, un mondo rischioso, un mondo esplosivo. Si gettò praticamente all'inseguimento della figura imponente del capitano senza nemmeno tentare di sparare, doveva correre e lui odiava correre. Fra proiettili, urla ed esplosioni non perse mai la concentrazione nemmeno quando una dannatissima scheggia gli volò davanti agli occhi, non aveva avuto paura, era motivato ancor di più. Eccola, l'entrata al Campidoglio, Roland si chiese se per caso una di quelle esplosioni era stata causata da uno dei suoi tanti colpi di genio, ma non si fermò ad osservarla, ricordava ancora bene la prima regola che suo padre gli aveva insegnato per sopravvivere a quest'inferno "Corri Roland, Corri". Così, saltando, entrò nel dannatissimo edificio finendo per rotolare su se stesso per rimettersi in ginocchio con il fucile puntato sul suo arco frontale.
    :"Gesù Cristopher, ce l'ho fatta!":
     
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  11. ~Giangio
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    Ragazzi, siamo sinceri. Il Vault è morto.
    Possiamo pure continuare a metterci tutte le novità che volete, ma rimarrà un, per citare Belial, "covo di appassionati fino all'uscita di Fallout 4", e probabilmente neanche questo funzionerà, data la presenza del Fallout Forum.
    Dal canto mio, posso dire che Drake abbia sbagliato ad affidare il forum ad Insanity: per quanto bravo possa essere, abbiamo solo ritardato l'inevitabile.
    Tanto valeva chiuderlo direttamente, saremmo almeno finiti con orgoglio.
    Ma almeno siamo in contatto tramite Facebook, e questo è bello.
    P.S. Uno dei ricordi più belli che abbia in questo forum è la shittata nel Fallout Forum. È stata un'immonda cazzata, ma almeno fu divertentissima.
    Arrivederci.
     
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10 replies since 22/6/2013, 12:59   290 views
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