Atto III- Il misterioso olonastro

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  1. Dragon-x-
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    Shadow correva il più veloce possibile. Aveva le tre chiavi in mano, con l'inizio e la fine degli arnesi che sbucavano dalle estremità del palmo. Il ragazzo le teneva in mano più che altro per soddisfare se stesso: era riuscito a portare a termine il suo compito, con le buone e con le cattive, ma era comunque un grande successo.
    Per la prima volta in tutta la sua vita sarebbe potuto rivelarsi utile, capace e soddisfacente anche ad occhi esterni che non fossero quelli di suo padre. Quella si che era per lui fama: il riconoscimento, anche dai più grandi.
    Varcò la porta di Megaton per uscire dalla città. Il robot di "guardia" era ancora li, come se avesse radici, e sempre con le tipiche frasi registrate.
    Ma Shadow non gli diede importanza. Era più impegnato a correre e saltare di euforia, senza badare a nessuno.
    In un batti baleno raggiunse la scuola di Springavale, sede di fortuna di quel gruppetto, piccolo ma ben armato, dell'Artiglio.
    Alla porta principale della scuola stava retto un ragazzo, con armatura nera luccicante e occhi di pietra. era uno di loro.

    Sono io, quello di ieri. Ho recuperato le chiavi!
    Esclamò Shadow avvicinadosi. Se non fosse per quella frase, il guardiano gli avrebbe cavato già un occhio col fucile.
    Ah si. Sei già di ritorno! Zadros ne sarà entusiasta. Avvertirò che sei tu.
    Disse con tono amichevole la guardia, pigiando sull'intercom e avvisando la presenza di Shadow.

    Ok puoi entrare. Zadros ti aspetta all'ultimo piano.
    Insinuò la guardia concedendo la via per la fama a Shadow.
     
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  2. Dragon-x-
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    Shadow entrò con un po di precauzione. Il posto era abbastanza buio e in ordine. C'era molta gente in giro, dell'Artiglio. Tutti notarono il ragazzo e si celò il silenzio. Dopo qualche secondo tutti tornarono a fare quello che facevano prima. Shadow rimase sorpreso.
    Qualche corridoio qualche scalinata per i piani e un sacco di vecchie aule ora utilizzate dai ragazzi della Compagnia per i loro scopi e qualche cadavere rinsecchito di predatori morti, che nessuno vuole spostare.
    Un posto tutto sommato ottimo per mettere su base, anche se di fortuna. Il pavimento era a piastrelloni, così come le pareti per mezzo metro. anche alcuni bidoni fungevano da falò per mettere un po di luce in quel posto buio. Non si vedrebbe niente se non fosse per le fineste e le fessure createsi nel muro dal tempo.

    Shadow percorse tutte le scalinate fino all'ultimo piano, dove esse finivano. C'era solo una stanza in un piccolo corridoio, perciò non poteva sbagliarsi. Due porte di metallo blu chiudevano la stanza in cui stava Zadros, e probabilmente anche Neufra e gente.

    Il ragazzo insospettito bussò tre volte, e la porta si aprì.

    Oh, eccoti qui... aspettavamo con ansia il tuo ritorno.
    Disse fragoroso Zadros vedendo Shadow tornato e vittorioso.

    La stanza in cui Shadow era appena stato invitato ad entrare era grande come un'altra normale stanza di quella scuola. C'era un tavolo centrale con sopra una grande mappa di tutta la zona contaminata, tanto grande quanto il tavolo.
    Qualche scrivania con due terminali, qualche sedia, una scrivania con tanto di gessetti appesa al muro e una strana cassaforte nell'angolo.
    La cassaforte...
    Capì subito che era la famigerata. Si intravvedevano le tre fessure per le chiavi che aveva appena raccolto. Sembrava proprio resistente. Nera e grigia, spessa e robusta. Solo le chiavi avrebbero potuto aprirla. Neanche tutti i cacciaviti e le forcine del mondo.
    Finalmente...
    Disse Zadros in tono compiaciuto e sotto sotto un po diabolico.
    Dopo tanti anni di ricerche eccoti qua... e ora sei apribile. Passami le chiavi.
    Shadow aprì la mano con dentro tutte e tre le chiavi. Entravano tutte perfettamente nelle serrature.
    Aiutami, dobbiamo girarle contemporaneamente.
    Appuntò Zadros, tenendo due chiavi con due mani e incoraggiando Shadow a tenere l'ultima.

    CLAKKK!

    Tutte e tre vennero girate e la cassaforte venne sbloccata. Lentamente lo sportello spesso e pesante si scostò fino a spalancarsi.

    Edited by Dragon-x- - 25/8/2011, 15:18
     
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  3. Dragon-x-
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    Shadow si sentì mancare il respiro. Sconforto, spavento, confusione. Non si sentiva tanto felice. Aveva speso tempo e fatica per impossessarsi delle sue chiavi, e in quel momento capì che furono inutili.
    La cassaforte, quella scatola nera, impenetrabile e inforzabile era aperta, davanti ai loro occhi.
    Shadow diede un'occhiata a Zadros. Al contrario di quelli del ragazzo, gli occhi di Zadros erano pieni di entusiasmo. Così come quelli di Neufra e tutti i presenti nella stanza.
    Strano, sembrava tutto molto strano perché nella cassaforte non c'era niente meno che una registrazione vocale. Nient'altro.
    La perplessità di Shadow gli fece aprire bocca.
    ...Ma... che è quello?
    Chiese con gli occhi spalancati mentre Zadros si accingeva a prenderlo rapidamente e portarlo al tavolo.
    E' l'olonastro di cui ti parlavo L'altro ieri. Dovresti ricordartelo, babbeo.
    Shadow ebbe la rivelazione. Si era completamente dimenticato delle parole dell'uomo della giornata precedente.

    "C'è un olonastro che ci condurrà dritti al tesoro" - "voule che gli porti l'olonastro?" - " No sarebbe una perdita di tempo. L'olonastro ce lo abbiamo già, ma è in una cassaforte inapribile... ci servono tre chiavi per sbloccarla...

    Tutto gli torno subito in mente e i sentimenti negativi svanirono e quelli positivi tornarono più forti di prima.
     
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  4. Dragon-x-
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    Tutti erano attorno al tavolo, compreso Shadow. Zadros era in mezzo a Shadow e Neufra e aveva in mano l'olonastro. Lo poggiò al tavolo e con un tasto lo fece partire.

    Le bobine incise iniziarono a girare e tutti rimasero con il fiato sospeso. Una voce anziana e misteriosa iniziò a parlare profondamente.

    Com’è bello il cielo da qui. Mi fa tornare giovane. Questo posto è come il paradiso: non ci si stanca mai di starci. Per vedere la luna è il massimo. La luna… così bella, così luminosa, così misteriosa. E’ la cosa più bella che conosca. Sarà perché è anche parte del mio cognome, ma io la amo davvero. Spero proprio che da morto venga seppellito qui, e che questo posto venga chiamato come me o come la luna, per ricordare la sua magnifica importanza e bellezza, e che la gente venga per vedere solo il panorama celeste.

    La registrazione venne fatta ripartire un'altra volta, per riascoltarla.
    Shadow aggrottò la fronte. Così come tutte le persone li presenti. Zadros batté il pugno sul tavolo.
    Maledizione!
    Sbraitò Zadros arrabbiato. Guardava fisso l'olonastro, e lo fece partire una terza volta.
    Maledizioneee! Credevo dicesse chiaramente la locazione del tesoro, invece no! Non capisco... ero sicuro al cento per cento che in quella cassaforte c'era l'olonastro che cercavamo.
    Esclamo diventando rosso dalla rabbia e dalla confusione.
    Shadow comprese, ma qualcosa non gli andava a quadro.
    Scusa, ma se fosse una sorta di indovinello?
    Disse tranquillo il ragazzo, cercando di tirar su di morale Zadros.
    Un indovinello? Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima: Avrà creato questo rompicapo per far si che il tesoro venghi trovato da una persona intelligente, che sapesse risoleverlo.
    Davvero astuto il nonno. Ha creato questo enigma semplicemente dicendo quello che pensava, incredibile.
    Appuntò Shadow con enfasi sull'ultima parola.

    Adesso la via è in discesa. Non ci resta che risolvere l'enigma e il gioco è fatto.
    Scommetto tutti i miei tappi che l'enigma nasconde il luogo del tesoro.
    Senza dubbio. Comunque grazie per... be si, le chiavi e tutto. Lo sapevo che avevi la stoffa!
    Disse Zadros dando una pacca sulla schiena a Shadow, il quale era al settimo cielo.

    Ora non ci resta che concentrarci su questo quesito dei miei stivali...

    E tutti si misero al lavoro con la mente e la ragione. Anche Shadow si mise a riflettere come tutti, ma a pensiero felice si pensava meglio.
     
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  5. Dragon-x-
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    Erano li in sette, ovvero sette menti che lavoravano. Avevano davanti una mappa bella grossa su cui fare analisi. Era piena di locazioni appuntate, punteruoli strategici e pennarello da tutte le parti. Probabilmente usavano quella mappa per dirigere attacchi e elaborare tattiche.

    Shadow addocchiò un cerchietto in pennarello rosso in un angolo della mappa. C'era un stella e una scritta Torre Tempenny. Probabilmente quella minuscola stella significava qualcosa.

    Potrebbe essere la... Torre di Tempenny... ?
    Disse Shadow leggendo il nome.
    Potrebbe. Infondo da tutte le parti potrebbero vedersi bene luna e stelle.
    Rimbeccò Zadros.
    Impossibile. Non ci sono cimiteri alla Torre di Tempenny!
    Appuntò Neufra con voce fredda. Fu la prima volta che Shadow sentì la voce di quella ragazza, e gli sembrò subito incantevole.
    Ma infatti ha detto che Sperava di venir sepolto li, non che Veniva sepolto li.
    Ipotizzò Zadros nuovamente.

    Improvvisamente entrò una milizia nella stanza e fece rapporto. Avvisò di un gruppo popoloso di Predatori che faceva attacco. Perciò i soldati in quella stanza se ne andarono.
    Rimasero in Quattro: Shadow, Zadros e Neufra.

    Ha detto solo il panorama celeste.
    Intuì Shadow ripetendo delle parole della registrazione.
    Quindi c'è un altro panorama. Ovvero la torre. Potrebbe calzare.
    Continuò Neufra appoggiando le parole di Shadow, appoggiato al tavolo con i gomiti, e la testa sulle mani.
     
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    Tutti e tre rimasero a ragionare, discutere e ipotizzare per più di 2 ore. Si erano provati una sacco di luoghi indacati sulla mappa, dalla Repubblica di Dave a Canterbury Commons, da Paradise Falls a Megaton, da Rivet City a D.C. Ma nulla. Nessuna ipotesi andava fino in fondo. Nessuna ipotesi poteva rivelarsi corretta o per lo meno sensata. Tutti i luoghi venivano scartati uno dopo l'altro. O meglio, tutti i luoghi rilevanti, quelli con un punteruolo infilzato sopra.

    Dannazione! Questo rompicato è difficilissimo, non ce la faremo mai!
    Disse abbatuto Zadros, sedendosi sulla sua sedia con una mano sulla fronte, mentre continuava a pensare.
    Shadow non poteva dargli torto. Quell'indovinello gli faceva venire le vesciche al cervello. Poi Shadow non è mai andato forte in quel genere di cose.

    Lanciò uno sguardo a Neufra. Lei non si dava per vinta, al contrario di loro due. Lei era ancora in piedi, con gli occhi svegli e le braccia incrociate.
    A prima vista sembrava anche la più intelligente in quel settore.

    Potrebbe essere il Rottamaio... ma nulla è per scontato.
    Disse con aria perplessa ma non stanca.
    E poi come con tutti i tentativi fece una sorta di "analisi logica".
    Il cielo dovrebbe vedersi bene... non ci sono edifici che coprono il cielo. Che venne seppellito in una discarica non era però molto bello... comunque. E di panorama c'è solo quello celeste perciò...
    ...Non calza...!
    Disse Shadow concludendo la frase di Neufra, che annui alle parole del ragazzo.

    La situazione sembra catastrofica. La soluzione era difficile e serviva logica. Parola nemica di Shadow.
     
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    Continui e continui ripensamenti, analisi e ipotesi su ogni locazione. Probabilmente cercavano invano.
    E inoltre, si erano già fatte le otto di sera, e gli stomachi di tutti e tre i ragazzi protestavano carburante.

    Secondo me, a questo punto, la locazione non centra. O magari è fuori D.C.
    Fece Zadros con voce demoralizzata e gli occhi che guardavano il pavimanto.

    Devi dare tempo al tempo. Infondo abbiamo inizato a lavorare tre ore fa.
    Ribatté Neufra, tentando di motivare il suo superiore e sollevargli il morale.
    Appunto! Tre ore e ancora non abbiamo trovato nemmeno UNA locazione o spiegazione che calzasse a quel cazzo di olonastro!
    Esclamò Zadros pronunciando con più rabbia le ultime parole. Si alzò in piedi e fece qualche passo per alleviare la tensione. Aveva le braccie dietro al nuca e guardava il soffitto.
    Iniziava a sudare dalla frenesia e confusione.

    Io invece penserei al cibo. Ho una fame da lupi!
    E' vero. Ha ragione Shadow, dovremmo prederci una pausa.
    Shadow fissava Neufra parlare, per poi girarsi e vedere la reazione del capo.

    Tsk, ma che grinta avete?
    Disse ironizzando Zadros.
    Stiamo cercando un tesoro e voi pensate a mangiare!? Andate pure se volte, tanto lo risolverò da solo questo rompicapo!

    Esclamò irritato e nervoso.

    Neufra bisbigliò all'orecchio di Shadow.
    Andiamo. Tranquillo: tra un po gli passa...

    E i due si avviarono verso la mensa per mangiare, mentre Zadros rimase nella stanza da solo, continuando a camminare avanti e indietro. Si poteva capire l'importanza di quel tesoro per lui.
     
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    Shadow e Neufra si avviarono verso la Mensa della scuola al primo sottopiano. Mentre facevano le scale il ragazzo sentiva un po di imbarazzo. Proprio perché conosceva poco di quella ragazza, e stare così in contatto con lei lo faceva balbettare.

    A-a allora che mi dici di t-te?
    Domandò Shadow impaccato.
    Che hai? perché balbetti?
    Controdomandò Neufra notando l'atteggiamento bislacco del ragazzo.
    Ehm...mmh... ma no... Ehm... non sto balbettando.
    In quel momento voleva suicidarsi.
    Rilassati Shadow. Ti chiami così giusto?
    Il ragazzo per non continuare a fare figure di merda annuì soltanto con il tipico suono "Aha".

    Continuarono la chiaccherata fino a raggiungere un grande atrio con due lunghi tavoli provvisori e una specie di cucina con gente che vendeva da mangiare. Il soffitto era alto, e la sala era più lunga che larga. I rivenditori di cibo erano dall'altra parte dell'entrata, dove c'erano Shadow e Neufra.
    C'era un sacco di gente vestita come Neufra e come Zadros. I tavoli erano occupati qua e la e molta gente era in piedi a chiaccherare. Evidentemente lo squadrone che vide alle spalle di Zadros il giorno prima era solo un quinto di tutta la gente che c'era li.


     
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    Mentre Shadow e Neufra si avviarono verso il bancone per ordinare da mangiare, Zadros era disperato e continuava a fare avanti e indietro per la stanza nella quale si trovava, ovvero quella della cassaforte.
    Aveva una nausea dovuta al fatto che non riusciva a risolvere quell'enigma ed era arrabbiato con se stesso per non comprenderlo a fondo.
    Le parole incise nell'olonastro erano profonde e semplici da capire, ma farle combaciare con la realtà era estremamente difficile, e Zadros non ci riusciva.

    Sarà meglio prendere del caffè, o qui mi addormenterò di noia.

    Boffonchiò mentre teneva la tazza calda in mano. Si sedé su una sedie a lato del tavolo e bevve a sorsi il caffé, mentre distolse il pensiero da quel rompicapo per rilassarsi qualche secondo.
    Guardava il soffitto: era seduto sulla sedia in modo da "osservarlo" facilmente e intanto parlava tra se e se.

    Il tesoro... il pugnale... come mai non riesco a raggiungerli. Eppure l'olonastro l'ho trovato. Ma, ma... Non riesco a capirlo. Forse è il segno che è una perdita di tempo. O è il segno che non c'è mai stato un tesoro: magari è stata solo una leggenda, e questo disco non è altro che una serie di parole senza senso...

    Mentre guardava il soffitto gli occhi forzavano a chiudersi. Il caffé non fece molto effetto, ma non si può aspettare qualche conseguenza su un ragazzo che non dormiva da più di cento ore.
    Zadros non aveva più voglia di pensare, aveva le vesciche sotto i piedi e sul cervello, era esausto. Cedette al sonno e alla stanchezza che si portava appresso e lasciò che le palpebre cadessero. appoggiò la testa alla spalla e pian piano si addormentò.
    Il braccio sinistro cadde dalla coscia e fece cadere il caffé della tazzina per terra.

    Zadros era andato nel mondo dei sogni. Chissà se anche la mente di un criminale li faceva.
     
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    Zadros aveva accumulato abbastanza sonno, in quei giorni, da poter rimanere addormentato anche con una sparatoria in corso. Mentre dormiva, e vedeva il buio totale delle palpebre sue, sentiva delle voci soffuse, e non perfettamente comprensibili, data la totale mancanza di conoscienza di Zadros.

    Riusciva comunque a distinguere due voci, una maschile ed una femminile, e tra le parole pronunciate, persino il suo nome.

    . . . Z a d r o s . . .

    Sentiva, dentro di se, delle sensazioni strane, come delle pacche sugli zigomi. Alcune di esse erano anche abbastanza doloranti.
    Zadros, non poté più sopportarle, ed iniziò dunque l'estremo tentativo di aprire le palpebre, pesanti come macigni. Vide tutto sfuocato, quadruplo e opaco, e la vista che a poco a poco riaffioriva.

    Una figura maschile era riconoscibile sopra di lui, e pronunciava anche delle parole.

    Diamine, ti vuoi svegliare?

    Zadros aveva riacquisito quasi completamente il senso della ragione ma un ultimo ceffone gli arrivò sulla guancia, schioccando sulla pella.

    Diavolo, fermati! Sono sveglio!

    Zadros si alzò in piedi, inquadrò Shadow ancora con la mano in aria, e iniziò una funesta e irascibile strillata di corde vocali.

    Dico, ma ti sei completamente fumato il cervello!? E' davvero necessario risvegliarmi a suon di ceffoni? Usare dell'acqua no, eh?

    Fece con ancora la guancia destra arrossata.
    La situazione si calmò, fino a che entrambi tornarono sulle sedie.
    Dopo quell'inconveniente litigio, tutti e tre si rimisero con i glutei sulle sedie e i gomiti sul tavolo a scrutare la cartina della Zona contaminata della Capitale.

    Il tempo passava e i numeri digitali sulla sveglia funzionante per miracolo procedevano a velocità allarmante, nonostante la noia di quella ricerca.
    In men che non si dica, il conteggio delle ore era arrivato alle due del mattino.
    Tutti e tre vennero presi da attacchi di sonno, e infine, caddero al richiamo della stanchezza. Tutti iniziarono, chi prima e chi dopo, una profonda dormita.
    La prima fu Neufra, alla qualle cedderò le palpebre, e si accasciò sul tavolo.
    Poi Shadow, che si distesa con le braccia sulla carta e con la faccia spiaccicata sul tavolo, e infine Zadros, che si appoggiò allo schienale, e con le braccia penzolanti, russava rumorosamente.

     
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9 replies since 24/8/2011, 13:09   107 views
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